Un giallo... (3°)
Luca si è addormentato davanti alla tivù mentre stava guardando un film giallo che raccontava la storia di un commissario che ha incontrato una donna misteriosa nell’ascensore del suo palazzo. Ma tre giorni dopo l’ha ritrovata uccisa nel suo appartamento. È stato accusato subito e anche messo in prigione ma è scappato per trovare il vero assassino perché lui ha detto di essere innocente.
Raccontate come finisce il film…
Senza titolo
Dopo la lezione d'italiano, che ha trattato di una storia tra due amici, tra cui uno dei due non ha potuto guardare la fine di un film giallo. Quindi noi lo abbiamo guardato e ora ve la possiamo raccontare.
Noi abbiamo saputo, che dopo aver scritto la lettera al questore, tre giorni dopo il fidanzato è stato interrogato e lui ha detto che era in America al momento del crimine quindi non è stato lui l’assassino. Il questore ha fatto un test del Dna che si trova sulla lettera e sul cadavere. Il commissario è ricercato in tutta Italia. Una settimana dopo l'hanno ritrovato nella provincia di Milano. È stato arrestato ma la lettera era completamente falsa e l'ha scritta per indurre in errore il questore. Ma dopo ha detto che aveva assassinato la donna perché lei l’aveva molestato alla scuola elementare. Quindi il commissario è stato condannato per tutta la sua vita cioè all'ergastolo. Scritto da Sascia, Badi, Carlo e Marco.
La spia segreta
- Ciao Luca!
- Ciao Emma! Come stai dall’altro giorno? - Bene. Ma sai che ho guardato il giallo che tu hai visto.
- Ebbene, raccontami la fine della storia! - Allora, il commissario ha trovato il vero assassino: la donna misteriosa è una spia di un’organizzazione segreta. Lei ha dovuto spiare un uomo ma non ci è riuscita. Quindi, il suo capo l’ha uccisa. L’ha messa nell’appartamento del commissario per non essere sospettato.
- Ma come lui la saputo?
- È ritornato a casa della donna misteriosa che era la sua vicina. Ha trovato una lettera nella camera della spia.
- E che c’è scritto sopra?
- Il commissario ha letto una minaccia e l’indirizzo del capo.
- È andata a ritrovarlo con la pistola del suo collega. Dopo una rissa tra i due uomini l’agente gli ha sparato un colpo di pistola nella gamba lui è caduto.
- Ohh! Interessante!
- Infine, il commissario ha messo il capo della spia in prigione, e lui è stato condannato a trentacinque anni di carcere.
- Oh! Fantastico questo film! Scritto da Waina, Eva, Maddalena e Maria.
Un’inchiesta sospetta
Luca si è addormentato e quindi non ha visto la fine del film. Allora è tornato al cinema per vederlo di nuovo.
Alla fine del film, Luca ha telefonato ad Emma per raccontargliela.
- Pronto Emma!
- Ciao Luca allora raccontami tutto dai!!
- Allora dopo che il commissario è stato messo in prigione, lui è scappato.
Quando il Questore ha letto la lettera ha deciso di condurre l’inchiesta insieme al commissario.
Si sono recati sul luogo del reato. Dopo numerose ricerche il Questore ha ritrovato un coltello in un cassetto. Lui ha deciso di far fare l’analisi del Dna. Dai risultati ha visto che il Dna corrispondeva a quello del commissario. Quindi lui è stato riportato in prigione e tre settimane dopo è stato convocato dal giudice ma di colpo una donna ha aperto la porta della stanza ed è intervenuta per difendere il commissario.
Era sua moglie ad avere ucciso la donna misteriosa ma nessuno l’ha creduta. E lui ha pagato una multa da 12000€.
- Grazie di avermi raccontato la fine del film.
- Prego! È stato un bel film. Scritto da Anna, Emma, Gabriella e Lilla.
Una lettera misteriosa...
Dopo la conversazione tra Emma e Luca, lei ha deciso di guardare il film per conoscere la fine della storia.
Una volta scappato dalla prigione, il commissario ha voluto trovare il vero assassino. È tornato la sera a casa sua per cercare indizi nei cassetti. Però una porta aperta si è chiusa bruscamente. Qualcuno è scappato da casa sua e ha lasciato un documento per terra. Il commissario è andato alla porta e ha trovato il documento anonimo sgualcito dove era spiegato quello che è successo:
"Caro commissario, non sono un nemico, sono un amico. Ho visto la scena in un bar, vicino a casa sua.
La donna che è morta, è stata in un bar con un uomo misterioso vestito con una giacca nera e pantaloni bianchi. Erano seduti ad un tavolo in fondo al bar, tutto che quello ho ascoltato è che lui l'ha minacciata di ucciderla se non riportava il denaro. Lei gli ha detto di no, lui si è innervosito e ha versato un veleno nel bicchiere della donna, quando lei si era girata e non lo guardava. Alla fine dell'appuntamento la donna è entrata nel palazzo e ha cominciato a provare l'effetto del veleno. Ha cercato aiuto e ha aperto la prima porta che ha visto quindi la sua, commissario. Sono stato afflitto per lei."
Il commissario ricordava che era stato più volte al bar e aveva già visto questa misteriosa donna. Ma l'uomo che è uscito dalla casa del commissario e che ha lasciato il documento è stato il barista perché è stato l'unico a poter raccontare fatti così precisi. Scritto da Ethan, Maria, Nathan e Matteo.
La signora dell’ascensore
Dopo parecchie settimane, il commissario ha pensato di avere trovato il vero assassino. Lui ha preso la macchina del suo collega ed è andato molto velocemente al commissariato per annunciare la notizia. Però, improvvisamente lui si è schiantato contre un palo della luce. È andato subito in coma. Si è svegliato tre settimane dopo ma ha dimenticato chi era l’assassino. Ma era sicuro di aver visto la misteriosa donna durante il suo coma, e si è ricordato dove l’aveva incontrata in passato: era un’amica d’infanzia. Lui è tornato a casa sua e ha cercato delle informazioni su di lei e ha scoperto che aveva debiti con la mafia. È andato nell’appartamento della donna e ha ritrovato la verità: lei ha voluto chiedergli aiuto perché doveva dei soldi a un mafioso. Ha trovato le tracce dell’assassino. Lui ha ucciso la donna a casa sua e poi l’ha portata nell’appartamento del commissario perché sia lui sospettato. Poi l’assassino è stato messo in prigione e il commisario si è suicidato per raggiungere la donna misteriosa di cui si era perdutamente imnamorato. Scritto da Anna, Emma, Cadigià e Massimo A.Il primo amore
Luca si è addormentato, allora per conoscere la fine del film Emma l'ha guardato.
Dopo avere preso la pistola e la macchina di un collega, il commissario ha voluto ritrovare il vero assassino. È andato al commissariato per rubare la cartella dell'inchiesta. Ha riconosciuto il nome del suo primo amore, la donna misteriosa che è morta, che ha visto per l'ultima volta trent'anni fa. È tornato a casa sua per cercare indizi sull'omicidio. Ha visto sul pavimento il suo vaso preferito rotto. C’era del sangue sul pezzo del vaso che ha raccolto. È andato al laboratorio per analizzare il pezzo e il risultato ha confermato quello che pensava: il sangue era quello di un criminale che il commissario ha fatto imprigionare qualche anno prima ed è stato liberato di recente. Dopo è andato al commissariato per mostrare la prova della sua innocenza. Così, ha potuto ritrovare il suo lavoro dopo che l'assassino ha ammesso di avere ucciso la donna. Lui ha in effetti ucciso la donna ed è entrato nell' appartamento del commissario per mettere il corpo e farlo accusare e vendicarsi della sua incarcerazione precedente. Scritto da Rosa, Nina, Samuele e Simone.
Il film, com’è finito?
Il commissario è scappato dalla prigione. È tornato a casa sua. Ha interrogato i suoi vicini per sentire chi ha visto la donna prima che lui la ritrovasse uccisa nel suo appartamento. - Una signora: “Ho visto la donna la settimana scorsa nell’atrio ed era con il portinaio del palazzo”. - Lui: “Ho visto la donna la sera prima all’entrata, era al telefono”. Il commissario si è ricordato che la donna è morta il pomeriggio prima e non la sera. Quindi è andato ad interrogare il vicino che ha visto la scena. - Il vicino: “La donna è entrata nel suo appartamento per rubare il suo computer e avere accesso alle informazioni segrete della polizia e l’ho seguita. C’è stato molto rumore nell’appartamento. Lui è uscito con un randello”. Il commissario si è ricordato che la donna era venuta alla centrale per ottenere informazioni. Adesso, ha capito chi è il colpevole ed è andato a mettere le manette al signor portinaio. Scritto da Battista, Faustina, Isacco e Stefano.
Diciotto novembre
Luca si è addormentato, quindi abbiamo deciso di vedere il film la cui fine, lui non ha potuto raccontare.
Dopo essere scappato, il commissario è andato a casa sua per risolvere il crimine e trovare il vero assassino. Prima ha osservato la scena del crimine per trovare indizi. Non ha visto niente di speciale, allora ha deciso di fare un giro per trovare altri indizi o anomalie.
Stava cercando quando ha visto un dettaglio: forbici da medico. Cosa strana perché non è un medico… Allora ha indovinato che l’assassino fa il medico.
Ha continuato a cercare e ha trovato una lettera: “Ho promesso di distruggere la tua vita”. Ecco il contenuto di questa lettera.
Quindi c’era qualcuno che voleva distruggere la sua vita. Ma chi? C’era un nome: Marco…
Il commissario ha conosciuto tre Marco nella sua vita, ma quale? Ha continuato a cercare e ha trovato un’altra lettera dove c’era scritto : “Appuntamento alle dieci e mezzo il diciotto novembre”. Ed era proprio quella notte stessa.
Il commissario si è preparato per incontrarsi con il vero assassino. È sceso ed è andato alla cassetta delle lettere e ha trovato un’altra lettera di uno dei Marco: “Il luogo dell’appuntamento è la scuola della nostra infanzia”.
Il commissario ha riflettuto e si è detto : “Ho conosciuto due Marco a scuola e tutti e due mi hanno odiato “.
Il commissario ha deciso di recarsi all’appuntamento anche se era pericoloso. Il luogo è abbandonato, ma ha deciso di andarci lo stesso. Appena è arrivato a scuola, un uomo, ha tentato di ucciderlo! Ha cominciato a parlargli e gli ha chiesto chi era lui e perché ha tentato di ucciderlo e di distruggere la sua vita.
Un uomo con una maschera è apparso. L’uomo ha tolto la sua maschera… “Marco Portofino” ha detto il commissario, “Perché? Ho sempre pensato che tu eri un mio amico!!”. “No, non lo ero, non sono e non sarò mai amico tuo, anzi, ti odio!”, ha detto l’assassino “Hai sempre avuto tutto! Ora tocca a me!“ “Che pena…”, ha detto il commissario. “Perché?“, ha risposto Marco. “Perché questa notte vai in prigione”, ha risposto il commissario.
“Salve commissario, grazie per la telefonata, scusami per non averti creduto” ha detto il questore. “Portatelo via!!!”. “Grazie per avermi creduto questa volta”, ha detto il commissario. Marco è stato imprigionato.
“Ma, come avete saputo che stava dicendo la verità? E chi era questa donna?” ha chiesto il commissario al questore.
“La donna ritrovata nel tuo appartamento si chiama Giorgia Rossi, era la tua ex compagna di classe per te e per Marco”, “ lui era ossessionato da lei, e quando ha saputo che tu e questa donna vi siete rivisti, si è arrabbiato.
Per chiarire le cose, lei gli aveva detto che non avrebbe mai avuto una relazione con lui e che provava interesse per qualcun altro, lui non l’ha sopportato e ha pensato che stava parlando di te; ed è per questo motivo che ha cercato di mandarti in prigione, per vendetta”. “Insomma è un crimine passionale”, gli ha risposto il commissario. “Ma c’è qualcosa che non ho capito, avevi il motivo del crimine ma quali prove avevi?” ha chiesto il commissario. “Abbiamo trovato guanti da chirurgo, l’ho trovato strano perché non fai il medico, allora ho deciso di inviare i guanti per farli analizzare e avevo ragione ma senza la tua chiamata, un pazzo sarebbe ancora fuori e un innocente in prigione”. Scritto da Matilde, Melissa, Enzo e Karen.
La vendetta suicida
Luca si è addormentato e Emma ha deciso di guardare il giallo. Poi, gli ha telefonato per raccontare la fine del film. Lui sa che il commissario è scappato dalla prigione e che ha scritto una lettera al questore per dire che era innocente e che doveva trovare il vero assassino. Poi, è andato a parlare con il proprietario del suo palazzo per chiedere un video del corridoio la notte precedente. Ha visto la donna entrare nel suo appartamento con una pistola in mano; lei è potuta entrare perché gli abitanti del palazzo si fidano a vicenda e non chiudono le porte a chiave. Il commissario ha riflettuto e ha concluso che quando la donna gli ha chiesto a quale piano stava salendo, era per sapere dove si trovava il suo appartamento. Poi, ha chiesto al municipio l’indirizzo di una persona della famiglia o degli amici della donna, ma, quando ha scoperto che il migliore amico della donna era anche il suo migliore amico, stava per svenire. Ha deciso di andare a trovarlo. Dopo, ha scoperto che ha molestato la donna quando erano alla scuola media. Quindi, quando lei ha riconosciuto il commissario, ha pensato alla vendetta. Si è suicidata con una pistola per farlo accusare. Il commissario è ritornato alla Centrale con la prova che la morte della donna è in realtà un suicidio. Scritto da Alessia, Ava, Emanuele e Massimo B.
Il colpevole
Luca non può raccontare la fine della storia, perché si è addormentato ma Emma vuole sapere la fine dell’inchiesta del commissario. Emma ha guardato il giallo per dirla a Luca.
La donna è l’ex migliore amica del commissario, lei è andata nel suo appartamento per rubare le sue cose ma si è fatta uccidere. Il commissario è tornato a casa sua per cercare indizi. Ha cercato nel telefono della donna e ha trovato il numero del suo migliore amico che è diventato così un primo sospettato poi ha scoperto che la donna delle pulizie era sua cugina si sono presentati durante l’assassinio. Gli ha interrogati uno per uno, ma non ha trovato un solo indizio. Ha perso tutta la speranza e è tornato di nuovo nel suo appartamento, si è seduto e ha visto sul pavimento una lastra di piastrella, l’ha aperta e ha scoperto un quaderno e uno spazzoone insanguinati. Sugli oggetti, ha trovato il Dna della donna delle pulizie. Ha mostrato le prove alla polizia. La colpevole si è fatta imprigionare e il commissario ha ripresa il suo posto. Scritto da Luca, Lola e Noa.
FINE
La donna uccisa
Il commissario è tornato nel suo appartamento per indagare e trovare indizi. Ha trovato una fedina e ha pensato subito alla sua amica della polizia scientifica. Le ha chiesto se poteva identificare il Dna. E lei ha trovato quello del Questore. Ha ringraziato la sua amica ed è tornato nel suo appartamento. Quando è arrivato, facevano delle ricerche sulla vittima. Hanno trovato il certificato di matrimonio della vittima e il nome del marito. In effetti, era il Questore. Lui si è messo a pensare su che cosa avesse appena scoperto. Il Questore è arrivato subito con un coltello in mano. I due si sono picchiati. Però durante la lite il questore ha confessato:
- « Perché l'ha uccisa?!, ha chiesto il commissario.
- Perché mi ha tradito con il Suo vicino, ha risposto il Questore.
- Quando?
- A mezzogiorno.
- Come?
- Con due colpi di pistola in testa e nel cuore ».
Ma per fortuna il commissario ha registrato la conversazione, così aveva una prova contro il suo capo per poterlo fare arrestare. E così due ore dopo il questore è arrestato per omicidio.
Scritto da Chiara, Elia, Alessandro, Axel e Nathan.
Amico o nemico?
Poi ha preso la pistola e la macchina di un collega e…
È andato a rifugiarsi a casa di un amico, Marco; appena arrivato gli ha raccontato la storia e senza entrare nei particolari gli ha spiegato perché era ricercato dalla polizia. Marco ha capito la situazione e lo ha lasciato dormire a casa sua. La mattina dopo il commissario si è alzato a fare colazione e Marco lo aspettava in cucina per fargli domande sulla misteriosa donna. Quindi il commissario gli raccontò la storia nei minimi dettagli.
- “Non è normale! Ma perché qualcuno doveva uccidere questa donna nel tuo appartamento per farti accusare?” Aveva gridato Marco.
Il commissario ha riposto che non sapeva il perché e che quando avrebbe ritrovato il vero assassino lo avrebbe messo in prigione.
- “Cerca di ritrovare dove hai visto la donna misteriosa per la prima volta!” Aveva detto Marco.
Ma il commissario non è riuscito a ritrovare dove l’aveva vista. Nel pomeriggio è tornato nel suo appartamento per vedere se riusciva a trovare qualche indizio. Appena arrivato davanti a casa sua, ha aperto la porta, è entrato e veniva fuori un odore di sangue. Il corpo della donna non c’era più, ma si poteva vedere il sangue sul tappeto. Ha guardato in tutte le stanze dell’appartamento ma non ha trovato niente. Si è seduto su una sedia e si è messo la testa tra le mani e ha sospirato. Ha guardato per terra e ha visto un anello. Lo ha raccolto e messo in tasca. Quando è tornato a casa di Marco, gliel’ha fatto vedere e Marco gli ha detto che era il suo anello a l’ha ringraziato per averlo ritrovato.
Il commissario si è chiesto com’era possibile?! Perché l’anello di Marco era nel suo appartamento? Marco ha qualcosa a che vedere con l’omicidio della donna? Impossibile!! Marco non è un assassino, ha pensa il commissario. Marco è il suo amico da molto tempo e non poteva commettere un crimine. La sera il commissario non poteva dormire. Ed è sceso in cucina a prendere un caffè e lui ha visto una porta che non aveva mai visto prima; ha provato ad aprirla ma era chiusa. Ha cercato di trovare una chiave ma non ha trovato niente. È tornato nel suo letto. Il giorno dopo ha chiesto a Marco quando aveva perso il suo anello, Marco gli ha risposto “Tre giorni fa”. Tre giorni?? Erano tre giorni che la donna era stata uccisa. E ha cercato di capire se Marco avesse qualcosa a che vedere con l’omicidio della donna. Il commissario ha deciso di chiedergli cosa avesse fatto il giorno della morte della donna. Marco ha detto che aveva fatto una passeggiata con Leana, la sua fidanzata, in un parco. Il commissario è andato subito a casa di Leana per avere la risposta che lui cercava. Leana ha riposto che non era mai andata a fare una passeggiata con Marco in un parco. Quando Marco è uscito per andare al lavoro, il commissario è tornato a vedere quella porta segreta e con un enorme calcio è riuscito ad aprirla. Ha acceso la luce e ... CADAVERI!!!!!!!!! Non è possibile!!! Cadaveri a casa di Marco perché ???!! Marco è davvero un assassino! Perché? Perché? Il commissario ha deciso di chiamare la polizia. La polizia è arrivata e poi è andata a prendere Marco al lavoro. L’hanno messo in prigione. Due giorni dopo la polizia è venuta a trovare il commissario per dirgli che Marco era il vero assassino della donna. La donna era la sua amante ma non voleva più stare con lui. Marco infastidito, l’ha uccisa di rabbia, ha messo il cadavere nell’appartamento del commissario perché lui lo conosceva e non sapeva dove metterlo. Il commissario aveva quindi l’impressione di averla vista prima perché l’aveva vista insieme a Marco.
Scritto da Amerina, Emma, Maria e Lillo.
Il mistero dell’appartamento del commissario
Dopo aver preso la pistola di un collega, il commissario è tornato sulla scena del crimine, sapeva che era in fuga, ma era determinato. Doveva essere veloce, efficace e non toccare nulla. È entrato dalla porta di dietro perché una pattuglia di polizia sorvegliava quella davanti. Non aveva avuto il permesso di vedere il suo appartamento prima di andare in prigione, ma non immaginava di scoprirlo in quello stato, completamente saccheggiato.
Aveva visto molte scene come questa per via della sua professione, ma questa volta era sospettato ed era comprensibile perché tutto faceva pensare al fatto che fosse lui l’assassino. Ha cominciato a cercare, ha ispezionato ogni angolo della stanza e ha prelevato delle tracce di Dna di un colpevole potenziale. Il collega a cui aveva preso la pistola aveva accettato di aiutarlo perché era convinto dell’innocenza del commissario; dunque gli aveva dato il fascicolo dell'indagine. Adesso, sapeva che la donna misteriosa si chiamava Serena Giacomo, che non aveva bambini ma che era sposata; suo marito era conosciuto dalla polizia ma per mancanza di prove, il questore aveva escluso questa via dell’indagine.
Allora, si è avvicinato alla donna e ha guardato tutte le prove contro di lui nel fascicolo e l'arma del crimine era la sua pistola di servizio. Secondo il rapporto della polizia, c’era il Dna del commissario sull’arma ma anche quello di Serena Giacomo. Il Dna della donna era stato ritrovato anche in diversi punti dell'appartamento, e quindi i poliziotti hanno concluso che c'era stata una lite nell'appartamento e che la donna aveva cercato di prendere la pistola per difendersi prima che lui le sparasse al collo. Il medico legale aveva detto che era morta di una morte rapida e indolore, altre prove contro il commissario che aveva imparato questo tipo di tecnica come tutti gli altri poliziotti all'accademia di polizia. Ora sapeva che il colpevole era qualcuno di esperto o addestrato.
Poi, il commissario ha guardato a lungo la donna e quando stava per arrendersi ha notato un piccolo oggetto che brillava nella sua tasca, quello che all'inizio pensava che fosse un semplice pezzo di metallo era in realtà una chiave master. Come mai i suoi colleghi non l’avevano vista? Allora, è avvicinato alla porta d'ingresso, ha messo la piccola chiave nella serratura e l’ha aperta senza alcuna difficoltà. Ha guardato di nuovo la donna e da questa visione d'insieme ha notato che niente aveva senso: come mai la pistola poteva essere in quella posizione se la donna aveva ricevuto la pallottola nel suo collo? Come poteva essere in quel senso se c’era stata una lite? Niente era logico...
Finalmente si è ricordato dove l’aveva vista: aveva risolto l’indagine. Ma i poliziotti incaricati di proteggere la scena del crimine avevano sentito il rumore della serratura e bloccato le due uscite possibili, era intrappolato. Però, era sereno perché aveva tutte le prove di cui aveva bisogno. Quando è arrivato al posto di polizia, ha raccontato tutto al questore. In effetti, il commissario aveva già incontrato quella donna, era in tribunale. Era venuta a perorare l'innocenza di suo fratello, Carlo Ricci, un grande criminale che era stato finalmente arrestato dopo cinque anni di fuga. Era lui il commissario che si occupava dell’indagine e che lo aveva arrestato. Il criminale non aveva avuto nessuna circostanza attenuante ed era stato condannato a 15 anni di prigione, ma non ha sopportato di essere rinchiuso ed è morto cinque anni dopo. Sua sorella, Serena Giacomo o Serena Ricci dal suo vero nome, si era sposata e aveva preso il cognome di suo marito, ecco perché la polizia non ha fatto il collegamento con Carlo Ricci. Quando suo fratello è morto, ha giurato di vendicare suo fratello dal commissario che l’aveva arrestato. Era venuta tre giorni prima per vedere dove il commissario viveva, lui dicendole a che piano abitava, l'aveva aiutata molto…; poi quello stesso giorno aveva usato la chiave master per aprire la porta, aveva saccheggiato l'appartamento e si era suicidata con la pistola del commissario convinta che tutti avrebbero pensato che fosse lui il suo assassino.
Scritto da Ambre, Clotilde, Lù e Nadir.
Ingiustamente accusato
Luca ha visto la fine del film e quindi può finire di raccontarla.
Il commissario è scappato dalla prigione, poi è andato al suo palazzo per parlare con il custode. Lui gli ha chiesto se conosceva la donna che è morta. Il custode gli ha detto che l’aveva vista diverse volte nel palazzo perché andava a trovare il suo amante al secondo piano. Gli ha anche confessato che le chiavi dell’appartamento del commissario sono state rubate.
Poi è andato a trovare l’amante che gli ha detto che la donna aveva un marito e gli ha dato il suo indirizzo. Una volta arrivato sul posto, è entrato in casa che era già aperta. Sul mobile dell’ingresso, ha visto le chiavi del suo appartamento.
Ha telefonato al questore per dire che aveva trovato il vero assassino. Il marito è stato arrestato dopo aver confessato il suo crimine. Ha spiegato che pensava che sua moglie lo tradisse con il commissario. Ecco perché il corpo è stato ritrovato nel suo appartamento.
Scritto da Pierina, Leana, Rachele e Teo.
Amore geloso
Luca era molto curioso quindi ha guardato la fine del film.
Dopo aver preso la pistola del suo collega e aver mandato la lettera al questore. Il commissario, Raffaello Amanti, è ritornato a casa per prendere qualcosa di cui potrebbe aver bisogno per la sua inchiesta, cioè trovare il vero assassino.
Ha anche cercato di capire dove abitava donna. Ha saputo il suo nome il giorno del suo arresto. E gli è sembrato di aver già sentito il suo cognome e in effetti è lo stesso del suo collega, commissario anche lui, Roberto Caselli. Maria Caselli è il nome della vittima, così lui ha capito che lei era sua moglie.
Dopo aver trovato l’appartamento, ha capito che logicamente Roberto viveva anche lì. Ma c’era qualcosa di strano, aveva già tolto il nome di sua moglie che era scritto sull’etichetta del citofono vicino al portone del palazzo. La moglie era morta da una settimana, e era già come se lei non fosse mai vissuta in questo appartamento.
Il commissario stava per essere promosso, ma con quello che è successo è stato il suo collega Roberto a venire promosso.
Raffaello pensava molto a Maria, questa bella donna: perché era morta e chi aveva voluto ucciderla? Poi lui si è reso conto che in passato l’aveva conosciuta. Ma prima lei non si chiamava Caselli ma Salvatore. Lei era il suo amore perduto che aveva cercato per anni. L’ha finalmente ritrovata, ma ormai non era più viva. L’unica cosa che gli è rimasta da fare era trovare l’assassino.
Allora capitava proprio bene perché stava pensando che avesse trovato il colpevole.
Ora che sapeva che Roberto Caselli era il marito di Maria, ha fatto diversi collegamenti e ha notato che il suo collega era impulsivo, violento e geloso durante le ore passate con lui in questura. Quindi non sarebbe stato sorprendente se per pura gelosia, quando ha saputo che sua moglie aveva ritrovato il suo primo amore perduto che lei ancora amava, tanto più che l'uomo che amava non era altro che il suo collega che odiava, l'avesse uccisa. Poi ha trovato una soluzione per vendicarsi facendo passare Raffaello per l'assassino. Inoltre, il marito è sempre la prima persona ad essere sospettata in questo tipo di caso; quindi Raffaello ha mandato un messaggio al suo capo per spiegare la situazione e per chiedergli di fargli fare il test con la macchina della verità per sapere se Roberto fosse il vero assassino.
Ovviamente lui non l'ha passato ed è stato direttamente imprigionato per l'omicidio di sua moglie, Maria Caselli...
Scritto da Zelia, Lilli e Zoe (e in parte Solen).
E com’è finita?
La donna è una ladra che è entrata in casa del commissario ma il furto è andato male. È stata vista alla telecamera di sorveglianza dal custode del palazzo. Allora l’ha uccisa ma ha avuto paura, quindi è fuggito. Il commissario è scappato dalla prigione e ha preso la pistola e la machina di un collega poi è tornato a casa sua e ha trovato il portafoglio del custode e ha visto oggetti fuori posto. E così ha capito che la donna ha provato a derubarlo e che è stato il custode ad ucciderla. Con la macchina della polizia, il commissario lo ha raggiunto e arrestato.
Scritto da Lodovico, Giuliano e Vincenzo.
FINE
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