Un giallo... (3°)

Luca si è addormentato davanti alla tivù mentre stava guardando un film giallo che raccontava la storia di un commissario che ha incontrato una donna misteriosa nell’ascensore del suo palazzo. Ma tre giorni dopo l’ha ritrovata uccisa nel suo appartamento. È stato accusato subito e anche messo in prigione ma è scappato per trovare il vero assassino perché lui ha detto di essere innocente.

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Raccontate come finisce il film…

           

La donna uccisa

Il commissario è tornato nel suo appartamento per indagare e trovare indizi. Ha trovato una fedina e ha pensato subito alla sua amica della polizia scientifica. Le ha chiesto se poteva identificare il Dna. E lei ha trovato quello del Questore. Ha ringraziato la sua amica ed è tornato nel suo appartamento. Quando è arrivato, facevano delle ricerche sulla vittima. Hanno trovato il certificato di matrimonio della vittima e il nome del marito. In effetti, era il Questore. Lui si è messo a pensare su che cosa avesse appena scoperto. Il Questore è arrivato subito con un coltello in mano. I due si sono picchiati. Però durante la lite il questore ha confessato:

- « Perché l'ha uccisa?!, ha chiesto il commissario.

- Perché mi ha tradito con il Suo vicino, ha risposto il Questore.

- Quando?

- A mezzogiorno.

- Come?

- Con due colpi di pistola in testa e nel cuore ».

Ma per fortuna il commissario ha registrato la conversazione, così aveva una prova contro il suo capo per poterlo fare arrestare. E così due ore dopo il questore è arrestato per omicidio.

Scritto da Chiara, Elia, Alessandro, Axel e Nathan.

Amico o nemico?

Poi ha preso la pistola e la macchina di un collega e…

È andato a rifugiarsi a casa di un amico, Marco; appena arrivato gli ha raccontato la storia e senza entrare nei particolari gli ha spiegato perché era ricercato dalla polizia. Marco ha capito la situazione e lo ha lasciato dormire a casa sua. La mattina dopo il commissario si è alzato a fare colazione e Marco lo aspettava in cucina per fargli domande sulla misteriosa donna. Quindi il commissario gli raccontò la storia nei minimi dettagli.

- “Non è normale!  Ma perché qualcuno doveva uccidere questa donna nel tuo appartamento per farti accusare?” Aveva gridato Marco.

Il commissario ha riposto che non sapeva il perché e che quando avrebbe ritrovato il vero assassino lo avrebbe messo in prigione.

- “Cerca di ritrovare dove hai visto la donna misteriosa per la prima volta!” Aveva detto Marco.

Ma il commissario non è riuscito a ritrovare dove l’aveva vista. Nel pomeriggio è tornato nel suo appartamento per vedere se riusciva a trovare qualche indizio. Appena arrivato davanti a casa sua, ha aperto la porta, è entrato e veniva fuori un odore di sangue. Il corpo della donna non c’era più, ma si poteva vedere il sangue sul tappeto. Ha guardato in tutte le stanze dell’appartamento ma non ha trovato niente. Si è seduto su una sedia e si è messo la testa tra le mani e ha sospirato. Ha guardato per terra e ha visto un anello. Lo ha raccolto e messo in tasca. Quando è tornato a casa di Marco, gliel’ha fatto vedere e Marco gli ha detto che era il suo anello a l’ha ringraziato per averlo ritrovato.

Il commissario si è chiesto com’era possibile?! Perché l’anello di Marco era nel suo appartamento? Marco ha qualcosa a che vedere con l’omicidio della donna? Impossibile!! Marco non è un assassino, ha pensa il commissario. Marco è il suo amico da molto tempo e non poteva commettere un crimine. La sera il commissario non poteva dormire. Ed è sceso in cucina a prendere un caffè e lui ha visto una porta che non aveva mai visto prima; ha provato ad aprirla ma era chiusa. Ha cercato di trovare una chiave ma non ha trovato niente. È tornato nel suo letto. Il giorno dopo ha chiesto a Marco quando aveva perso il suo anello, Marco gli ha risposto “Tre giorni fa”. Tre giorni?? Erano tre giorni che la donna era stata uccisa. E ha cercato di capire se Marco avesse qualcosa a che vedere con l’omicidio della donna. Il commissario ha deciso di chiedergli cosa avesse fatto il giorno della morte della donna. Marco ha detto che aveva fatto una passeggiata con Leana, la sua fidanzata, in un parco. Il commissario è andato subito a casa di Leana per avere la risposta che lui cercava. Leana ha riposto che non era mai andata a fare una passeggiata con Marco in un parco. Quando Marco è uscito per andare al lavoro, il commissario è tornato a vedere quella porta segreta e con un enorme calcio è riuscito ad aprirla. Ha acceso la luce e ... CADAVERI!!!!!!!!! Non è possibile!!! Cadaveri a casa di Marco perché ???!! Marco è davvero un assassino! Perché? Perché? Il commissario ha deciso di chiamare la polizia. La polizia è arrivata e poi è andata a prendere Marco al lavoro. L’hanno messo in prigione. Due giorni dopo la polizia è venuta a trovare il commissario per dirgli che Marco era il vero assassino della donna. La donna era la sua amante ma non voleva più stare con lui. Marco infastidito, l’ha uccisa di rabbia, ha messo il cadavere nell’appartamento del commissario perché lui lo conosceva e non sapeva dove metterlo. Il commissario aveva quindi l’impressione di averla vista prima perché l’aveva vista insieme a Marco.

                                                                         Scritto da Amerina, Emma, Maria e Lillo.

Il mistero dell’appartamento del commissario

Dopo aver preso la pistola di un collega, il commissario è tornato sulla scena del crimine, sapeva che era in fuga, ma era determinato. Doveva essere veloce, efficace e non toccare nulla. È entrato dalla porta di dietro perché una pattuglia di polizia sorvegliava quella davanti. Non aveva avuto il permesso di vedere il suo appartamento prima di andare in prigione, ma non immaginava di scoprirlo in quello stato, completamente saccheggiato.

Aveva visto molte scene come questa per via della sua professione, ma questa volta era sospettato ed era comprensibile perché tutto faceva pensare al fatto che fosse lui l’assassino. Ha cominciato a cercare, ha ispezionato ogni angolo della stanza e ha prelevato delle tracce di Dna di un colpevole potenziale. Il collega a cui aveva preso la pistola aveva accettato di aiutarlo perché era convinto dell’innocenza del commissario; dunque gli aveva dato il fascicolo dell'indagine. Adesso, sapeva che la donna misteriosa si chiamava Serena Giacomo, che non aveva bambini ma che era sposata; suo marito era conosciuto dalla polizia ma per mancanza di prove, il questore aveva escluso questa via dell’indagine. 

Allora, si è avvicinato alla donna e ha guardato tutte le prove contro di lui nel fascicolo e l'arma del crimine era la sua pistola di servizio. Secondo il rapporto della polizia, c’era il Dna del commissario sull’arma ma anche quello di Serena Giacomo. Il Dna della donna era stato ritrovato anche in diversi punti dell'appartamento, e quindi i poliziotti hanno concluso che c'era stata una lite nell'appartamento e che la donna aveva cercato di prendere la pistola per difendersi prima che lui le sparasse al collo. Il medico legale aveva detto che era morta di una morte rapida e indolore, altre prove contro il commissario che aveva imparato questo tipo di tecnica come tutti gli altri poliziotti all'accademia di polizia. Ora sapeva che il colpevole era qualcuno di esperto o addestrato. 

Poi, il commissario ha guardato a lungo la donna e quando stava per arrendersi ha notato un piccolo oggetto che brillava nella sua tasca, quello che all'inizio pensava che fosse un semplice pezzo di metallo era in realtà una chiave master. Come mai i suoi colleghi non l’avevano vista? Allora, è avvicinato alla porta d'ingresso, ha messo la piccola chiave nella serratura e l’ha aperta senza alcuna difficoltà. Ha guardato di nuovo la donna e da questa visione d'insieme ha notato che niente aveva senso: come mai la pistola poteva essere in quella posizione se la donna aveva ricevuto la pallottola nel suo collo? Come poteva essere in quel senso se c’era stata una lite? Niente era logico... 

Finalmente si è ricordato dove l’aveva vista: aveva risolto l’indagine. Ma i poliziotti incaricati di proteggere la scena del crimine avevano sentito il rumore della serratura e bloccato le due uscite possibili, era intrappolato. Però, era sereno perché aveva tutte le prove di cui aveva bisogno. Quando è arrivato al posto di polizia, ha raccontato tutto al questore. In effetti, il commissario aveva già incontrato quella donna, era in tribunale. Era venuta a perorare l'innocenza di suo fratello, Carlo Ricci, un grande criminale che era stato finalmente arrestato dopo cinque anni di fuga. Era lui il commissario che si occupava dell’indagine e che lo aveva arrestato. Il criminale non aveva avuto nessuna circostanza attenuante ed era stato condannato a 15 anni di prigione, ma non ha sopportato di essere rinchiuso ed è morto cinque anni dopo. Sua sorella, Serena Giacomo o Serena Ricci dal suo vero nome, si era sposata e aveva preso il cognome di suo marito, ecco perché la polizia non ha fatto il collegamento con Carlo Ricci. Quando suo fratello è morto, ha giurato di vendicare suo fratello dal commissario che l’aveva arrestato. Era venuta tre giorni prima per vedere dove il commissario viveva, lui dicendole a che piano abitava, l'aveva aiutata molto…; poi quello stesso giorno aveva usato la chiave master per aprire la porta, aveva saccheggiato l'appartamento e si era suicidata con la pistola del commissario convinta che tutti avrebbero pensato che fosse lui il suo assassino.                                        

Scritto da Ambre, Clotilde, Lù e Nadir.

Ingiustamente accusato

Luca ha visto la fine del film e quindi può finire di raccontarla.

Il commissario è scappato dalla prigione, poi è andato al suo palazzo per parlare con il custode. Lui gli ha chiesto se conosceva la donna che è morta. Il custode gli ha detto che l’aveva vista diverse volte nel palazzo perché andava a trovare il suo amante al secondo piano. Gli ha anche confessato che le chiavi dell’appartamento del commissario sono state rubate.

Poi è andato a trovare l’amante che gli ha detto che la donna aveva un marito e gli ha dato il suo indirizzo. Una volta arrivato sul posto, è entrato in casa che era già aperta. Sul mobile dell’ingresso, ha visto le chiavi del suo appartamento.

Ha telefonato al questore per dire che aveva trovato il vero assassino. Il marito è stato arrestato dopo aver confessato il suo crimine. Ha spiegato che pensava che sua moglie lo tradisse con il commissario. Ecco perché il corpo è stato ritrovato nel suo appartamento.

Scritto da Pierina, Leana, Rachele e Teo.

Amore geloso

Luca era molto curioso quindi ha guardato la fine del film.
Dopo aver preso la pistola del suo collega e aver mandato la lettera al questore. Il commissario, Raffaello Amanti, è ritornato a casa per prendere qualcosa di cui potrebbe aver bisogno per la sua inchiesta, cioè trovare il vero assassino.
Ha anche cercato di capire dove abitava donna. Ha saputo il suo nome il giorno del suo arresto. E gli è sembrato di aver già sentito il suo cognome e in effetti è lo stesso del suo collega, commissario anche lui, Roberto Caselli. Maria Caselli è il nome della vittima, così lui ha capito che lei era sua moglie.
Dopo aver trovato l’appartamento, ha capito che logicamente Roberto viveva anche lì. Ma c’era qualcosa di strano, aveva già tolto il nome di sua moglie che era scritto sull’etichetta del citofono vicino al portone del palazzo. La moglie era morta da una settimana, e era già come se lei non fosse mai vissuta in questo appartamento.
Il commissario stava per essere promosso, ma con quello che è successo è stato il suo collega Roberto a venire promosso.
Raffaello pensava molto a Maria, questa bella donna: perché era morta e chi aveva voluto ucciderla? Poi lui si è reso conto che in passato l’aveva conosciuta. Ma prima lei non si chiamava Caselli ma Salvatore. Lei era il suo amore perduto che aveva cercato per anni. L’ha finalmente ritrovata, ma ormai non era più viva. L’unica cosa che gli è rimasta da fare era trovare l’assassino.
Allora capitava proprio bene perché stava pensando che avesse trovato il colpevole.
Ora che sapeva che Roberto Caselli era il marito di Maria, ha fatto diversi collegamenti e ha notato che il suo collega era impulsivo, violento e geloso durante le ore passate con lui in questura. Quindi non sarebbe stato sorprendente se per pura gelosia, quando ha saputo che sua moglie aveva ritrovato il suo primo amore perduto che lei ancora amava, tanto più che l'uomo che amava non era altro che il suo collega che odiava, l'avesse uccisa. Poi ha trovato una soluzione per vendicarsi facendo passare Raffaello per l'assassino. Inoltre, il marito è sempre la prima persona ad essere sospettata in questo tipo di caso; quindi Raffaello ha mandato un messaggio al suo capo per spiegare la situazione e per chiedergli di fargli fare il test con la macchina della verità per sapere se Roberto fosse il vero assassino.
Ovviamente lui non l'ha passato ed è stato direttamente imprigionato per l'omicidio di sua moglie, Maria Caselli...

Scritto da Zelia, Lilli e Zoe (e in parte Solen).

E com’è finita?

La donna è una ladra che è entrata in casa del commissario ma il furto è andato male. È stata vista alla telecamera di sorveglianza dal custode del palazzo. Allora l’ha uccisa ma ha avuto paura, quindi è fuggito.  Il commissario è scappato dalla prigione e ha preso la pistola e la machina di un collega poi è tornato a casa sua e ha trovato il portafoglio del custode e ha visto oggetti fuori posto. E così ha capito che la donna ha provato a derubarlo e che è stato il custode ad ucciderla. Con la macchina della polizia, il commissario lo ha raggiunto e arrestato.

Scritto da Lodovico, Giuliano e Vincenzo.

Risultati immagini per dna FINE

Il vendicatore 

Quel giorno la donna misteriosa stava per sistemarsi nel palazzo del commissario mentre lui era già uscito per andare al lavoro. Il portinaio l'ha trovata bellissima e le ha dato le chiavi dell'appartamento del commissario piuttosto che del suo... Si è sistemata nell'appartamento senza pensare che era già occupato. Mentre la donna stava per aprire la porta, il portinaio l'ha spinta dentro per violentarla. Lui ha preso un'ascia per ucciderla ed così che il commissario è stato accusato della morte della donna. Il portinaio ha voluto fare accusare il commissario perché quando erano giovani, il poliziotto gli ha rubato la moglie. Tornando a casa, il commissario ha ritrovato la donna uccisa per terra nel suo appartamento.

Scritto da Amelia G., Clementina I., Giulia e Margherita.

La sciarpa misteriosa

Una signora era seduta alla terrazza di un caffè. Il commissario l'ha raggiunta. Improvvisamente la suocera del commissario stava passando per strada e li ha visti. Ha creduto che sua figlia era tradita dal marito. Quando la donna è andata via dal bar, la suocera l’ha seguita e l'ha strangolata con un laccio uccidendola in una strada deserta. Poi ha trasportato il corpo nell'appartamento di suo genero di cui aveva le chiavi. Un testimone ha visto la suocera al bar ma ha creduto che era davvero sua figlia perché si assomigliano. Il commissario ha capito che il vero assassino era sua suocera perché lei aveva lasciato una sua sciarpa nell'appartamento. 

Scritto da Clémence D., Clementina R., Giulietta e Tommaso. 

Storia di gelosia

La donna misteriosa tre giorni dopo è tornata nel palazzo del commissario perché voleva parlare con lui dell’omicidio di suo marito. Ma uscendo dall’ascensore si è fatta uccidere davanti alla porta del commissario perché l’assassino conosceva il suo indirizzo: l’aveva letto su un foglio di carta. Poi lui ha spinto il corpo nell’appartamento per non essere incolpato. […]

Il commissario tornando a sua casa per trovare gli elementi che permettono d'innocentarlo, ha visto che la sua porta era sfondata… Entrando ha ritrovato un orecchino sul tappeto al posto del cadavere. Poi è andato a parlare con la famiglia della morta. Prima, con i genitori ma non ha notato niente di anormale. Ma i genitori gli hanno detto di parlare con sua sorella perché ce l’aveva con lei. Il commissario è andato a trovare la sorella della morta e ha visto che aveva una ferita all’orecchio sinistro… Lui l’ha sospettata subito e anche accusata. La donna ha cercato di scappare via ma lui è riuscito a riprenderla. Poi lei ha spiegato che ha ucciso la sorella perché suo marito l’aveva lasciata per stare con sua cognata. Infine, il commisario è andato in questura per provare la sua innocenza.

Scritto da Alessandro, Luca e Vittorio

Storia di una matta

ll commissario ha trovato delle informazioni sulla donna misteriosa. Le ha lette in un fasciolo che apparteneva alla donna. Il suo vero nome è Alison Di Laurentis. È stata rinchiusa in un manicomio della regione dopo la morte di suo figlio. Vuole dire che era matta da tre anni. All'improviso, il commissario si è riccordato che in quella data, ha investito un bambino con la macchina. Ha fatto delle ricerche sul figlio della donna e ha scoperto che questo figlio è il bambino che il commissario ha investito e che è morto. Ha capito che Alison si è suicidata nel suo appartamento per vendicarsi. Il commissario ha notato che sul coltello c'erano solo le impronte digitali di Alison.

Scritto da Amelia S., Felice, Tito e Zoe.

La vendetta

All'inizio, il commissario ha imprigionato il fratello dell'assassino per una storia di traffico di droga. Suo fratello ha voluto ucciderlo per vendicarsi. Quindi, la moglie del trafficante che era al corrente, ha voluto avvertirlo perché lei era una pacifista. È andata nell'appartamento del commissario ma lui non c'era, quindi la donna l'ha aspettato nel buio del salotto. Cinque minuti dopo, l'assassino entrando nell'appartamento non ha riconosciuto la donna e l'ha uccisa. Poi riconoscendola e preso dal panico, è uscito correndo dall'appartamento.

Il commissario è stato accusato, ha preso la macchina e la pistola di un collega, come ti l'ho già detto, ed è andato in un albergo. Ma l'assassino ha ritrovato la sua traccia e mentre il commissario stava riposando, l’uomo l'ha attaccato nella sua camera. È seguita una dura lotta. Ma alla fine il commissario l'ha arrestato, l'ha imprigionato ed è riuscito a farlo parlare. Il commissario è stato riabilitato e tutta questa storia è stata rapidamente dimenticata.

Scritto da Andrea, Clémence L., Matilde e Martino.

Il questore geloso


Per ritrovare il vero assassino, prima il commissario è andato nell'appartamento di un amico e anche collega a chi ha chiesto di prestargli la sua divisa da poliziotto per passare inosservato davanti a casa della donna perché ha pensato che lì forse ci fossero i poliziotti. E in effetti c’erano. Allora lui è riuscito ad entrare in casa di nascosto e ha cercato un indizio: ha cominciato con il bagno ma non ha trovato niente poi è andato in camera. Ha frugato nell'armadio di lei e ha trovato il bigliettino da visita del questore nella tasca del vestito della donna. Poi ha preso la macchina e è andato a trovare il questore per saperne di più e conoscere il movente dell’omicidio. Ha registrato il commissario quando ha confessato che ha assassinato la donna perché era geloso del commissario ed è per questo motivo che lo voleva far accusare e mettere in prigione. Poi lui è andato direttamente in questura per fare ascoltare la registrazione. Allora il questore è stato accusato e dopo il processo in tribunale è stato imprigionato.                                                                   

Scritto da Maëlle, Marina e Lea.

Il sogno giallo


Per ritrovare il vero colpevole il commissario è andato in questura a prendere il telefono della donna misteriosa per trovare informazioni e dare la prova della sua innocenza. Quando ci è arrivato ha preso il telefono della vittima nel locale degli oggetti smarriti, poi è ritornato alla macchina del suo collega e si è messo a cercare alberghi perché casa sua è sorvegliata da due poliziotti che l'hanno ricercato dopo la sua fuga dalla prigione. Ha trovato un albergo a quindici chilometri dal commissariato. È arrivato in albergo e si è subito addormentato. Poi è stato molto sorpreso quando ha letto i messaggi che il questore aveva inviato alla vittima. Ed è così che il commissario ha scoperto  che la donna misteriosa era la moglie del questore. Il commissario è andato a casa del questore con l'arma e la macchina del suo collega per capire quale fosse il suo movente. Il questore sapeva che il commissario era davanti a casa sua perché gli aveva fatto mettere una pulce elettronica durante il suo passaggio in prigione. È entrato nell'appartamento del questore facilmente perché la porta era aperta. Nell'appartamento c'era una donna che gli ha detto di svegliarsi poi ha visto un bambino che gli ha detto che aveva fatto un sogno giallo…

Scritto da Arnaldo e Gugliemo.

Una storia da matti

Con la macchina, è andato a casa di un amico e gli ha chiesto se poteva restare da lui. L’amico ha accettato la sua richiesta. Il commissario ha deciso di indagare di notte quando i poliziotti si saranno addormentati. Ha voluto andare sulla scena del crimine, ma quando ci è arrivato, la testa gli è girata ed è svenuto.

Il giorno dopo, si è svegliato in una vasca da bagno piena di sangue. Non era il sangue del commissario, ma quello dell’inquilino. Quando si è alzato, si è lavato e ha ispezionato il luogo.

Quando è entrato nel salotto dell’appartamento, ha preso un colpo: c’era un cadavere svuotato del proprio sangue per terra. È morto perché qualcuno l’ha ucciso con la pistola. Il commissario ha cercato la sua pistola, l’ha trovata ma mancava un proiettile. Ha pensato che qualcuno gli aveva rubato la pistola, ma sulla pistola c’erano le sue impronte… Quindi ha pensato che era pazzo e che aveva due personalità. Dopo un instante di riflessione, si è suicidato. Versiamo una lacrima…                

Scritto da Teo.

E com’è finita?

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Emma è curiosa e vuole conoscere la fine del film. Lo guarda e dà appuntamento a Luca per raccontargliela.

-“Ciao Emma, allora questo film?

- Aspetta, ti racconto!

Il commissario scappa e torna sul luogo del crimine, cioè nel suo appartamento. Cerca degli indizi per dimostrare la sua innocenza. Sul davanzale della finestra trova un pezzo di camicia ed un capello.

Decide di portare i suoi indizi a sua sorella che lavora in un laboratorio. Alcuni giorni più tardi, sua sorella ha i risultati del test del Dna. Il commissario Beppe Volpe scopre finalmente il vero assassino che è un agente di polizia, geloso di lui da sempre. Si reca immediatamente in questura per mostrare le sue prove.

- E come si conclude la storia?

- Il poliziotto va in prigione e confessa che voleva occupare il posto importante del commissario. Il commissario torna a casa sua e riprende il corso della sua vita.

- È tutto? 

- Sì, il film non è fantastico...”                                                                                                                          Scritto da Giulietta, Leana e Bastiano

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Luca racconta alla sua amica un film giallo che ha visto a casa sua da solo...

Fabrizio, è pazzo?

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Fabrizio Marezzi è il questore di polizia di Roma.

Una sera, Fabrizio è tornato nel suo appartamento dopo il lavoro. Ma ha trovato la porta della donna che ha visto nell’ascensore tre giorni prima, aperta! È entrato e ha visto la donna uccisa nel salotto in una marea di sangue.

Chiama la polizia, ma è comunque messo in prigione. È scappato perché, Fabrizio conosce le guardie. Ha preso la pistola e la macchina del suo collega.

È tornato nel suo appartamento per prendere dei soldi. Poi è andato a Napoli per stare al sicuro. Chiama i colleghi per avere delle informazioni sull’inchiesta. Hanno trovato la pistola che ha ucciso la donna e le impronte digitali di Fabrizio ma lui ha detto che non era possibile e che era innocente. I colleghi gli hanno detto che sarebbe stato messo in prigione.

Fabrizio ha cominciato ad indagare da solo, per dimostrare la sua innocenza. Ma per trovare indizi, è tornato nell’appartamento della donna. La polizia avrebbe dovuto sorvegliarlo ma gli agenti si sono addormentati. Ha aperto la porta, l’appartamento era in disordine e sporco. Ha trovato delle impronte digitali sul telefono ma erano le sue. C’erano delle tracce di sangue.

Ha pensato che non era possibile, che non ha preso il suo telefono con le mani piene di sangue. È ritornato nel suo appartamento. Ha pensato che è stata una trappola ma ha guardato sulla sua scrivania e ha visto una lettera di un medico. C’era scritto che gli esami erano positivi, e che soffriva di Alzheimer. Improvvisamente, si è ricordato che lui ha ucciso la donna nell’ascensore perché era stata sgradevole con lui. Non ha capito esattamente perché l’ha uccisa non essendo violento.

La polizia è arrivata e ha messo Fabrizio in un carcere di massima sicurezza...                                                      Scritto da Giulio, Valentina e Enzo

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Sono innocente!

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Emma: Ciao Luca! Come va?

Luca: Salve! Bene e tu?

Emma: Bene grazie; Sai una cosa? Ho guardato la fine del giallo!

Luca: Ah! E com’è finito?

Emma: Allora, dopo essere scappato, il commissario è tornato a casa sua per cominciare l’inchiesta. Quanto è arrivato al suo piano, è entrato nel suo appartamento, e figurati! Davanti a lui ha trovato il capo della polizia, il questore, Giuseppe Volperi!

Sorpreso, dice: Signor Questore?! Ma cosa fa nel mio appartamento?

Il questore cerca di stare tranquillo, ma si vede che lui è stato molto sorpreso! E si riprende e dice al commissario:

- Mani in alto! Sei in arresto! Ti mando alla centrale!

Allora in quel momento, dalle mani gli è caduta una carta d’identità, velocemente il commissario la prende e riconosce la donna misteriosa! Sotto c’era scritto un nome: Maria Volperi.

A quel punto, il commissario capisce tutto: la donna misteriosa era la moglie del questore!

L’aveva già vista alla centrale ed per questo motivo che aveva l’impressione di conoscerla!

Adesso, il commissario sa tutto, e replica:                      

- No. È Lei, che è in arresto, ho capito tutto: Lei ha ucciso Sua moglie! Ma perché?

Il questore sembra di avere perso la testa: urla che ha visto sua moglie entrare nel palazzo del commissario molte volte, che l’ha tradito con lui e che inevitabilmente era il commissario perché era l’unica persona che conosceva in questo palazzo.

Il commissario tenta di calmare G. Volperi dicendo che l’ha vista una volta sola ma non era nel suo appartamento ma in questura.

Il questore, non l’ha creduto e furioso ha tirato fuori un coltello dalla sua tasca e ha tentato d’ucciderlo ma in quel momento si sono fatte sentire le sirene della polizia; a quel punto il commissario dice al questore che è finita per lui e che verrà messo in prigione.

Ma il questore risponde “No, sei tu che andrai in prigione!” e si suicida con il coltello.

Luca: Ma dai! E dopo? È sospettato di nuovo?

Emma: Il film si è finito così!                                                                                                                     Scritto da Vittoria, Carolina e Rebecca

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E com’è finita?

Dopo l’incontro per strada, Luca chiama Emma per raccontarle la fine della storia…

Quando il commissario aveva un anno, sua madre l’ha abbandonato e una donna l’ha adottato e cresciuto.

Tre giorni dopo la fuga dalla prigione, decide di tornare nel suo appartamento per cercare informazioni sulla donna uccisa. Ha cercato sul computer e ha trovato la vera identità di questa donna. Dopo, è andato al municipio per saperne di più e alla fine ha capito che lei era la sua mamma biologica…

Dopo questa rivelazione, il commissario ha scoperto che la polizia scientifica aveva stabilito che l’assassino era la sua mamma adottiva.

Decide di andare a casa sua per chiederle perché l’aveva fatto e per consegnarla alla giustizia.

Ma quando arriva a casa, decide di partire con lei in Bolivia perché non vuole vederla in prigione…

Per finire, non sappiamo che cosa siano diventati…                                                                                                     Scritto da Enzo, Ugo e Paolo

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- Hey! Luca, come va? Hai visto la fine del film?

- Ah, ciao Emma! Sì, l'ho vista. Vuoi saperla?

- Perché no?

- Okay... Allora, a che punto eravamo?

- Il commissario è scappato dalla prigione.

- Ah sì!

- Dunque, è scappato e ha rubato la pistola e la macchina di un collega. È tornato sulla scena del crimine per trovare indizi. Invano. Ma è stato ritrovato dal suo capo che non l’ha creduto. Lo minaccia con una pistola e gli spiega che la morta era la sua psicologa che l’ha diagnosticato schizofrenico, e anche che grazie alle sue impronte digitali, è stato provato che...

- Che il commissario è l'assassino e che l'ha uccisa sotto la sua seconda personalità!

- ... Posso finire la storia?

- Scusami.

- (Hum, hum) Allora... Sì. Nonostante la minaccia, il commissario è riuscito a scappare e a prendere la macchina del suo collega. Si ferma sul ciglio della strada, e pensa. Lui, il commissario che ha lavorato tutta la sua vita per la giustizia, lui è pazzo. Ha ucciso la donna del secondo piano del suo palazzo.

- Accorci!

- Alla fine, sopraffatto dalla colpa, prende la pistola, la mette in bocca e... spara.

- Ma è triste la tua storia!

- Non è la mia mia storia, è quella del film!                                                                                                    Scritto da Samuele, Tom e Romualdo

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Il commissario perduto

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Ci sono quattro personaggi: la vittima, il commissario, la moglie del commissario e una donna sconosciuta. 

La moglie del commissario conosceva una signora e le ha chiesto di controllare cosa facesse suo marito a casa, perché sospettava che lui nascondesse qualcosa. Quindi la donna ha accettato di aiutarla ed è andata a casa per verificare.

Ha visto il commissario con un’altra donna ed è scappata per raccontare tutto alla sua amica. Ma il commissario l'ha vista e l’ha rincorsa per ucciderla.

L'ha fatto sul momento e poi l'ha rimpianto. Preso dalla paura, ha messo il corpo della donna nel suo appartamento per nasconderla più tardi.

La polizia ha scoperto il corpo della donna. Ha arrestato il commissario e l'ha imprigionato. Il commissario è fuggito ma la polizia l'ha ritrovato.

Scritto da Giorgiana, Bakari e Mattia

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Luca ha rivisto il film e ora può raccontare a Emma la fine del giallo.

Il commissario è scappato dalla prigione e poi ha scritto una lettera al questore per provare la sua innocenza.

La donna misteriosa è entrata per infrazione a casa del commissario, perché ha avuto un colpo di fulmine per lui e voleva ritrovarlo. Quando è arrivata a casa del commissario, ha trovato sua moglie che le ha chiesto:

- "Ma cosa ci fa qui?"

La donna le risponde: 

- "Perché amo il commissario."

La moglie l'ha picchiata e ha preso la pistola di suo marito e l'ha uccisa.

Ecco il vero assassino!

Il commissario ha condotto l’inchiesta e ha visto il video della telecamera di sorveglianza ed è così che ha scoperto l'assassino.

Scritto da Sara, Giada G. e Giada M.

FINE